lunedì 10 marzo 2014

News del terzo millennio per la cardiopatia

Introduzione

In seguito alla mia recente traduzione di due conferenze annuali del Dr. Greger che riassumono gli avanzamenti della scienza clinica per il 2012 e il 2013, ho deciso di sintetizzare e divulgare questi contenuti suddividendoli per patologie.
La conferenza del 2012 si intitolava "Uprooting the leading causes of death", cioè "Sradicare le principali cause di morte", e passava in rassegna la statistica delle cause principali di morte negli USA per dimostrare come le prime 16 di esse possano essere prevenute, in parte trattate e in parte addirittura curate con semplici interventi sull'alimentazione e sull'esercizio fisico cioè, in sostanza, con banali modifiche allo Stile di Vita.
La conferenza del 2013 ha invece titolo "More than an apple a day", cioè "Più che una mela al giorno" e, partendo da una rielaborazione dei dati presentati l'anno prima che mostra come in realtà la classe medica sia la causa di morte n. 3 (era parsa essere al 6° posto l'anno prima), analizza le principali cause per cui la gente va dal medico, per mostrare anche qui come semplici modifiche dello Stile di Vita possano prevenire, trattare e anche curare efficacemente la maggior parte dei disturbi.

La cardiopatia ischemica

Detta anche ischemia miocardica, la cadiopatia ischemica è un'ischemia coinvolgente il tessuto miocardico, dovuta all'instaurarsi di uno squilibrio tra l'apporto ematico in tale sede, e la richiesta di ossigeno da parte del tessuto stesso, che diventa quindi ipossico. Tra le cause che portano allo squilibrio, la principale è una riduzione parziale o totale del lume arterioso coronarico a cui consegue una diminuzione del flusso sanguigno (coronaropatia o cardiopatia coronarica). Tale manifestazione, nella maggioranza dei casi, è a sua volta conseguenza dell'aterosclerosi coronarica (fonte: Wikipedia).

Fattori di rischio

Dallo studio di Harvard sulla salute delle infermiere è stato pubblicato nel 2011 uno studio sui fattori di rischio per la mortalità femminile, sostanziato dai ben 35 anni di dati accumulati. Le prime due cause di morte erano cardiopatie e cancro da fumo, ebbene:
  • maggior consumo di colesterolo alimentare e presenza di infarti nei genitori prima dei 60 anni di età erano i principali fattori di rischio per la mortalità complessiva (cioè a prescindere dalla causa specifica!);
  • maggior consumo di noci e di fibra da cereali erano invece associate con un minor rischio di morte.
Dall'analisi competitiva dei rischi, emergono queste interessanti equivalenze:
  • il consumo di colesterolo equivalente ad 1 uovo al giorno abbrevia la vita di una donna quanto il fumo di 5 sigarette al giorno per 15 anni!
  • le fibre equivalenti ad una tazza di fiocchi d'avena al giorno allungano la vita di una donna quanto 4 ore di corsa a settimana!
  • lo stesso beneficio delle 4 ore di corsa a settimana, si ottiene col consumo di 2 manciate di noci a settimana!
Da un grande studio del 2010 sulla popolazione ospedalizzata in seguito ad episodi di coronaropatia acuta emerge che il 75% dei pazienti era stato ricoverato, per un attacco di cuore, con un livello di colesterolo LDL (quello "cattivo") considerato "normale"; quindi le linee guida attuali sul colesterolo non sono abbastanza basse per guidare efficacemente gli sforzi preventivi! Addirittura, metà dei pazienti avevano il colesterolo LDL classificato come "ottimale" (negli USA), cioè < 100 mg/dl.


Ma il colesterolo è solo metà della storia, quando si parla di cardiopatie ischemiche; il resto lo fa, infatti, l'infiammazione dell'endotelio (la parete interna) delle arterie. Ebbene, sappiamo da 15 anni che basta un singolo pasto di alimenti animali ricchi di grassi per dimezzare, entro poche ore dal consumo, la capacità di rilassamento dell'endotelio arterioso, che si infiamma e si indurisce: una vera e propria semi-paralisi che impedisce il corretto funzionamento delle arterie! Come si vede in figura (qui sopra), i danni iniziano dopo 1 ora, raggiungono il picco a 4 ore, e poi la situazione si recupera verso la sesta ora, cioè quando purtroppo molte persone si siedono di nuovo a tavola per commettere gli stessi errori; e così vivono in un perenne stato di infiammazione cronica che, seppur di lieve entità, aumenta il rischio di cardiopatie, cancro e diabete.


Accade lo stesso ai nostri polmoni: dopo un pasto ricco di grassi animali la funzione polmonare risente di infiammazioni alle vie aeree, come si vede in figura (qui sopra): negli uomini quanto nelle donne, 2 ore dopo il pasto ricco di grassi animali aumenta il monossido d'azoto (NO) espirato, che è un indicatore di infiammazioni in corso.

La spiegazione biochimica del perché il pasto ricco di grassi saturi causi questi stati infiammatori l'ho già esposta in un altro post e non la ripeterò qui per brevità.

Evoluzione della patologia

L'aterosclerosi (o indurimento delle arterie) inizia da bambini, e già a 10 anni quasi tutti i bambini "occidentali" hanno strisce di grasso sulle pareti arteriose, che sono il primo stadio della malattia!


Poi nei 20 anni si formano le placche, e da lì la malattia progredisce fino al suo effetto finale, come si vede nella figura qui sopra; sempre in figura, troviamo esempi di "effetto finale" per l'aterosclerosi: se colpisce il cuore, è un infarto, mentre è un ictus se colpisce il cervello; causa cancrene agli arti, o aneurismi quando ad essere colpita è l'aorta.
Quindi, in sostanza, chiunque abbia più di 10 anni deve preoccuparsi di scegliere non se prevenire o meno le cardiopatie, ma se iniziare o meno a curare la cardiopatia che già ha!

Le novità

Secondo le ultimissime evidenze disponibili, l'unico fattore di rischio necessario per le placche aterosclerotiche è il colesterolo LDL (cioè quello "cattivo") alto.
Per abbassare il colesterolo LDL nel sangue, bisogna ridurre l'assunzione di 3 cose:

  • grassi trans
  • grassi saturi
  • colesterolo.
Grassi trans - I grassi trans aumentano il rischio di cardiopatie, morte immediata, diabete, e si trovano in un solo posto in natura: nei grassi animali! L'industria alimentare ha poi trovato il modo di crearli artificialmente idrogenando gli oli vegetali.
Evitare i grassi trans di origine vegetale è facile: basta evitare l'acquisto di qualunque prodotto che contenga grassi vegetali idrogenati. Ma anche gli olii di provenienza industriale, e quindi raffinati, anche se non idrogenati ne contengono un po' (0,5% o meno).
Invece i prodotti di origine animale ne contengono sempre, anche nella loro forma più semplice, tra l'1 ed il 5% (pollo: 1%; formaggi: 2-2,5%; salsicce: 3%; manzo: 4%; tacchino e mortadella: 5%; fonte: DB USDA). Le percentuali sono piccole, ma sia l'Accademia delle Scienze Americana che la FAO hanno già specificato che l'unico livello di assunzione sicuro per i grassi trans è zero!

Grassi saturi - Sempre dal DB alimentare USDA, vediamo che per limitare l'assunzione di grassi saturi bisogna limitare il consumo di: latticini, pollo, torte e maiale.

Colesterolo - Dalle medesime tabelle vediamo che la prima fonte di colesterolo alimentare sono le uova, seguite da pollo, manzo, maiale e latticini.



La soluzione è semplice, la dieta vegana! Si tratta di fare scelte consapevoli su come si vive e ciò che si mangia, tutto qui. Del resto, il Dr. Caldwell B. Esselstyn ha mostrato già nel 2001 che l'aterosclerosi è reversibile, cioè curabile nel senso che si possono sciogliere le placche aterosclerotiche già formate, con una semplice dieta vegana, cioè completamente vegetale. La figura qui sopra mostra una guarigione completa dopo 2 anni e mezzo, ed è solo un esempio tra i tanti disponibili in letteratura (e anche nel citato articolo).
Un editoriale del direttore della Rivista Americana di Cardiologia riassume, poi, lo stato corrente della ricerca in termini di scelta tra dieta e farmaci: siccome sembra proprio che per fermare la progressione della formazione di placche ateroscleotiche il colesterolo totale debba scendere sotto i 150 mg/dl, che è proprio il livello medio dei vegani, ecco la scelta:

  • o dieta vegana
  • o alimentazione "normale" + farmaci.
Perché non scegliere i farmaci, allora? Beh, nel 2012 la FDA (agenzia americana del farmaco) ha diramato nuove norme di etichettatura sui rischi per le statine, cioè la classe dei farmaci correntemente più prescritti per abbassare il colesterolo; ci sarebbero infatti nuovi effetti collaterali a livello cerebrale: confusione, perdita di memoria, aumento di glicemia, diabete. Quindi meno attacchi di cuore, ma più diabete!

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